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PASSUGGER storie| № 2

Dietro la macchina fotografica

  • Text: Oliver Kerstholt
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  • Fotos: Nicola Pitaro

Un uomo che non sceglie la via più semplice. Il fotografo di Amburgo Johann Cohrs è specializzato nelle immagini che rappresentano i liquidi. Ma a Cohrs non piace quando i liquidi si deformano. Inoltre preme il pulsante di scatto della sua macchina fotografica solo quando ha sistemato il soggetto. “Sistemare” nell’universo di Cohrs significa soprattutto: conferire spessore ai liquidi — corsi, trasparenze, a volte anche margini.

Questa caratteristica si ritrova anche nelle foto che ha creato per Passuger a gennaio 2017 (i soggetti presenti sul sito web). «Volevo immortalare la purezza e la bellezza dell’acqua», dice Cohrs. «La mia ambizione era quella di trasformare l’acqua in qualcosa di riconoscibile, di conferirle una sua estetica che corrispondesse alle mie esigenze personali e artistiche». 

Cohrs, anno di nascita 1981, è seduto nel suo studio di Amburgo e ci racconta come è approdato al suo lavoro per Passugger. E’ vero infatti che conosce bene i liquidi e che il lavoro con le sostanze liquide lo affascina. Che Cohrs sia così bravo nel gestire elementi senza confini definiti, che per essere catturati visivamente richiedono pazienza e amore per il dettaglio, dipende anche dal suo carattere. Cohrs si definisce un perfezionista, una persona che attribuisce grande valore alla qualità e che si pone in discussione. Ma anche una persona che «si diverte un sacco» nel fare il proprio lavoro. Gli si crede ancor prima che accenni di essersi occupato seriamente di fotografia già in prima liceo. Non era tuttavia scontato che la fotografia diventasse la sua professione.

Per molto tempo ha pensato anche di diventare architetto. Quest’affinità è evidente nel suo lavoro e si riflette anche nelle aspettative e nelle condizioni che pone a se stesso. Alla domanda in che cosa si differenzia dagli altri fotografi, dopo una breve riflessione Cohrs risponde: «nel mio linguaggio visivo chiaro e sintetico. Il mio lavoro mostra l’essenziale. Non ha nulla a che vedere con la pubblicità». Quest’ultimo concetto lo esprime con le dita; sa che si non tratta di una categoria ben definita. Poi prosegue dicendo «sono tranquillo e flessibile».

La sua ispirazione? «Tutto ciò che vedo. Arte, Design. E come sempre forme. Percepisco forme ovunque. Griglie in strada, un recinto, porte della metropolitana».

Poi torna a parlare del suo lavoro per Passugger. Insieme alla direzione artistica, ha deciso per prima cosa di creare i soggetti Passuger in modo forte e spumeggiante. «Questa è stata la nostra prima associazione con l’acqua minerale che sgorga dalle montagne grigionesi». Il lungo confronto con l’azienda ha tuttavia comportato la rinuncia a questa idea. «Il riacquisto, soprattutto la filosofia dell’azienda…», riflette Cohrs. «Le belissime bottiglie di alto livello. Corrispondono in tutto e per tutto alla mia immagine di ottimo design di prodotto». Si è deciso pertanto «per l’approccio morbido e tranquillo» che conosciamo.  

I soggetti sono stati creati utilizzando le luci dell’azienda svizzera Broncolor; Cohrs ripone in loro molta fiducia. Così come nella sua macchina fotografica: una Phase One danese. Per i suoi soggetti ha dato movimento all’acqua ricorrendo all’aria compressa. Da un compressore su cui lavora da molto tempo. «Volevo assolutamente raggiungere questa trasparenza omogenea», spiega Cohrs. Spiegherà poi che accanto al suo studio fotografico possiede un laboratorio in cui effettua numerosi esperimenti con materiali e stati fisici prima di posizionarli davanti alla macchina fotografica.

Un uomo che non sceglie la via più semplice.